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martedì, dicembre 13, 2011

[Cultura] Il Giardino Zen (parte 1)

Tutto risale all’epoca dell’avvento del buddhismo Zen quando i monaci di templi e monasteri Zen cominciarono a creare questi giardini come aiuto alla meditazione, alla contemplazione, alla pace e alla preghiera. Era il luogo dove ogni monaco ritrovava la serenità e la tranquillità della natura e poteva quindi pregare e meditare nella pace più assoluta.
Nella nascita e creazione del giardino Zen un ruolo importante lo ha sempre avuto la religione.
Tutti noi sappiamo che la religione più diffusa del Giappone è lo Shintoismo, una religione molto antica, fatta di venerazione e adorazione della natura, di culti legati alla natura e di lontani antenati.
Però non è la sola religione in Giappone: altro culto proprio di questo Paese è il Buddhismo che, nato in India e diffusosi in Cina arrivò in Giappone insieme alla filosofia Zen.
Queste due religioni insieme al Confucianesimo, culto che ispirava alla moderatezza, la saggezza e la meditazione, hanno da sempre ispirato tutte le espressioni artistiche nipponiche tra cui anche la realizzazione dei giardini.
L’origine più antica del Giardino Zen risale alla Cina agli inizi del V secolo d.C, poi questi si diffusero e trovarono maggiore risalto in Giappone con i monaci e maestri Zen.
Il giardino Zen è un giardino diverso dai nostri, ha un’impronta differente, un tratto peculiare, unico nel suo genere, un genere che sembra tenere molto all’estetica ma anche alla semplicità e bellezza della sola natura.
I paesaggi Zen, come già detto, nacquero per aiutare monaci e sacerdoti a esercitare meglio i concetti dello Zen rimanendo in spazi che potessero aiutare la riflessione, la pace interiore, la calma e la serenità dell’animo.
Il nome giapponese con cui si vuole indicare i giardini Zen è Karesansui, giardini di pietra.
Vengono anche chiamati “giardini-isola” perchè l’isola è la classica componente di questi posti. Le rocce sparse un pò per tutto lo spazio rappresentano delle isole ferme circondate dall’acqua, elemento che anticamente aveva un valore religioso molto importante. Probabilmente il motivo per cui questi luoghi siano rappresentati da isole risiede nella religione shintoista: molte delle divinità che venivano venerate infatti si nascondevano in queste isolette circondate dal mare.
Ma forse questa non è l’unica spiegazione. E’ probabile che il giardino-isola sia solo un modo per rappresentare quello che effettivamente è tutto il paesaggio nipponico: un insieme di isolette circondate dal mare.
Il giardino è composto principalmente da sole due cose: roccia e sabbia (o ghiaia).
Nessun vegetale fu inizialmente ammesso o pochissimi (forse solo muschio), questo perchè il luogo doveva rispecchiare il concetto basilare della filosofia buddhista: la semplicità.
La roccia, disposta con grande cura, indica la montagna, l’isola dove risiedere durante la meditazione e la riflessione; la sabbia invece, disposta in modo ondulato rappresentà i mari, i laghi, i fiumi, l’acqua.
Le pietre sono un elemento importante nella costruzione di un giardino Zen: sono infatti sinonimo di solidità e consistenza. Ogni roccia deve avere la sua posizione, la sua forma, il suo colore, devono essere levigate quanto basta a mostrare i segni che la natura ha lasciato su di esse. E’ importante la forma: talvolta possono anche rappresentare figure di importante valore nella tradizione giapponese e nei miti come la tartaruga o un airone.
La presenza delle rocce deve garantire una sensazione di stabilità, solidità e durezza nel tempo in mezzo a qualcosa che è in continuo mutamento e movimento come l’acqua.
Col tempo però, quel giardino fatto solo con la semplicità della sabbia e della roccia subì diversi cambiamenti, diventando un giardino arricchito dalla presenza della vegetazione e dall’acqua, fino ad allora rappresentata solo metaforicamente dalla ghiaia.
Nascono così due tipi di giardino: il Rinsen e il Sensui.
Il primo significa albero e acqua, il secondo stagno e acqua, probabilmente in riferimento alle aggiunte di vasche, piccoli stagni o corsetti d’acqua, piante e perchè no anche qualche piccolo ponticello.
Per la sua evoluzione oggi distinguiamo 4 tipi di Giardino Zen:
  • Giardino di Shinden-Zukuri, che sarebbe lo stile sviluppatosi intorno al X secolo riservato solo agli aristocratici, caratterizzato da isolotti e ponticelli dove i nobili potevano organizzare banchetti e riti;
  • Giardino di Jodo, che sviluppatosi nello stesso periodo di quello Shinden, nacque con il solo scopo religioso di riprodurre il paradiso Buddhista;
  • - Karesansui, è il paesaggio Zen che già conosciamo. E’ l’ideale di montagne, fiumi e mari, creato utilizzando materiali secchi; da questo viene infatti la denominazione “paesaggio secco“, usato principalmente dai monaci Zen per la meditazione;
  • Giardino del Tè, è il giardino creato circa nel XV secolo dai maestri del Tè come omaggio all’estetica. Doveva essere un luogo rilassante dove, ammirando il paesaggio e godendo delle meraviglie naturali si attraversava un tortuoso viottolo in pietra chiamato tobi-ishi che portava verso una sala dove era solita tenersi la famosa e sacra Cerimonia del Tè (Cha No Yu).
Oggi uno dei Giardini Zen più famosi è quello del tempio Ryoan-ji di Kyoto, costruito nel 1450 da un certo Husokawa Katsumoto, che appartenne originariamente alla famiglia Fujiwara e oggi è patrimonio dell’Umanità.
Gli stili con la quale è possibile trovare le varie componenti del giardino sono inoltre:
  • stile Shin (giardino classico);
  • stile Gyo (giardino semiclassico) dove di solito si affacciano sala da pranzo e zona letto;
  • stile So (giardino di fantasia) dove vi si aprono gli ambienti più intimi della casa.
Vi consiglio dei libri molto interessanti che vi potranno aiutare a saperne di più su questi meravigliosi luoghi:
Se volete potete distribuire liberamente questo testo, in maniera non commerciale e gratuitamente, conservandone l’integrità, comprese queste note, i nomi degli autori ed i link