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giovedì, dicembre 15, 2011

[Cultura] Il Giardino Zen (parte 3)

Come qualsiasi altro elemento nella cultura giapponese, anche le piante e la vegetazione hanno un loro particolare significato, specialmente se parliamo di Giardini Zen.

Sappiamo già che alla realizzazione dei primi giardini zen, non vi era presenza di alcuna pianta, questo perchè le rocce, la sabbia e in genere un paesaggio semplice bastava a garantire la pace e la tranquillità ricercata dai monaci per la loro meditazione.
 
Tuttavia con l’evoluzione dei giardini, dei cambiamenti necessitarono della presenza di più decorazioni e adornamenti nella struttura zen: si pensò così alla vegetazione.
L’elemento vegetale oggi ha un forte valore simbolico all’interno dei giardini e si va perfettamente ad armonizzare e integrare con gli altri elementi costitutivi del giardino.
 
La prima forma di vegetazione che venne inserita fu il muschio che veniva adagiato sulle rocce, sulla sabbia o addirittura tralasciato qui e là, sparso per tutto il giardino.
 
Successivamente vennero accuratamente inseriti gli alberi e gli arbusti. Quest’ultimi venivano scelti per il loro significato e venivano disposti in maniera armonica.
Oggi l’eleganza e la sinuosità di tutto il paesaggio naturale che è possibile ammirare in ogni giardino zen è assolutamente suggestivo e di grande effetto.

Per la realizzazione di un Giardino Zen è importante la scelta delle piante, scelte in base alle loro caratteristiche, alla loro forma e al loro significato, perchè ne va dell’armonia dell’intero operato.
 
Si accostano ad alberi a crescita lenta o addirittura piccoli, alberi a crescita veloce o visibilmente alti e slanciati, si accostano alberi maschili ad alberi femminili.
 
Quelle maschili hanno una forma slanciata, possente, imponente, spigolosa, quelle femminili sono più basse, tondeggiandi, forma docile, esili, “tranquille“.

Le possiamo così classificare in tre modalità:
Piante Maschili: la tradizione vuole che siano le piante maschili ad aprire il giardino e a posizionarsi all’ingresso ma vuole anche che sia una pianta con un ramo talmente lungo che il visitatore sia così costretto a passarci sotto: è un modo per sottomettersi alla forza della natura e richiedere ad essa protezione.
 
Altre piante maschili all’interno del giardino vengono posizionate in zone isolate o particolarmente cariche di significato, ad esempio vicino alle rocce, ad un rilievo del giardino o ad una statua. Queste piante dimostrano di aver faticato per sopravvivere alle forze della natura e, secondo la cultura giapponese, sono portatori del concetto Wabi-Sabi;

Piante Da Fiore: queste sono piante prettamente femminili. Sono portatrici del concetto di “bello”, rappresentano la bellezza della natura, sono la parte “bella, sinuosa ed elegante” del giardino. Simbolicamente però rappresentano anche la pazienza di Madre Natura che lavora così tanto per raggiungere una bellezza effimera che dura solo per poco tempo e che poi finisce.  Rappresenta però anche l’audacia e la forza che essa ha nel ricominciare ogni volta e rigenerarsi.
 
Una pianta tipica è l’azalea ma ci sono anche gli splendidi ciliegi che mostrano tutta la loro bellezza in primavera.

Piante a Foglia Caduca: in Giappone la più famosa ma anche la più sacra pianta a foglia caduca è l‘acero. E’ una pianta molto lenta nella crescita e in autunno la caduta delle foglie d’acero diventa un evento pieno di significato, quasi religioso.
 
Un’usanza giapponese infatti è quella di non raccogliere mai o spazzare via le foglie d’acero prima che sia caduta l’ultima foglia dall’albero!

In genere però sono molte le piante usate per i giardini zen, addirittura anche fiori.
Degne di nota sono infatti il Bambù, il Pino, il Muschio, il Gingko, Biloba, il Ginepro e vari tipi di erbe collocate appositamente per creare delle siepi e piccoli boschetti.

Vi consiglio dei libri dove, se volete, potrete approfondire tutto sulle piante da giardino zen scoprendone le caratteristiche e il significato:


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