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lunedì, luglio 16, 2007

[Recensione] Dolce Remì

Di sicuro la storia di Remì, (Rittai Anime Ienaki Ko nell’edizione originale) serie tv datata 1978, è una tra le storie più malinconiche e tristi di tutti gli anime.

Questo piccolo capolavoro è stato tratto dal famoso romanzo di Hector Malot "Senza Famiglia" del quale, nel 1970, ne era già stato fatto un lungometraggio animato sempre in Giappone. L'anime, prodotto da Hidekazu Takei e da Takayuki Yamasaki, vanta la regia del famoso e talentuoso Osamu Dezaki (all’epoca già diventato famoso per aver diretto altri anime di successo come Astroboy, Kimba il leone bianco, Rocky Joe, Le avventure di Lupin III, le due serie tv di Jenny la tennista e l’altrettanto bella serie tv dell’isola del tesoro diretta poco prima di Remì) e narra le gesta del piccolo orfanello Remì, nato nel villaggio francese di Chavanon.

La nostra storia inizia quando il padre di Remì, il piccolo protagonista della serie, impiegato a Parigi come muratore fa ritorno a casa dopo aver perso il lavoro in seguito ad un incidente che lo ha reso permanentemente invalido ad una gamba, facendo precipitare così la propria famiglia nella miseria più nera. I Barberin si trovano così costretti a vendere la mucca Rossella, unico sostentamento della famiglia, per coprire i conti ospedalieri dell'uomo che, una volta tornato a casa, si è rivelato profondamente cambiato. Psicologicamente provato e segnato dalla propria situazione. Gerolamo Barberin (Jerome nella versione originale), questo il nome del padre di Remì, riversa tutta la sua rabbia sul piccolo bimbo, rivelandogli crudelmente che non è il loro vero figlio, infatti, otto anni prima lo aveva raccolto in un vicolo parigino e dopo aver invano cercato i suoi genitori, spinto dalla molla di un possibile compenso economico, aveva deciso di allevarlo sperando che un giorno essi venissero a ricercarlo, infatti, dalle ricche vesti indossate dal bimbo, si intuiva chiaramente che la famiglia dovesse essere molto ricca e di alto lignaggio. Ciò però non era avvenuto e ora Remì rappresentava per lui solo una bocca in più da sfamare, Gerolamo decide quindi, spinto dal crescente bisogno di soldi, di "affittare" (per non dire vendere) il bambino al signor Vitali un attore girovago che lo avrebbe da allora condotto con sè per le strade francesi. Il povero Remì si vede costretto quindi a partire con Vitali senza poter nemmeno salutare l’amata mamma Barberin e si trova a dover affrontare un tipo di vita completamente diverso da quello a cui era abituato. Insieme ai tre cani Capi, Zerbino e Dolce e alla simpatica scimmietta Jolicoeur, Remì inizia ad esibirsi nelle piazze dei villaggi incontrati lungo il cammino, sperando di racimolare i soldi sufficienti a garantire loro un letto caldo, un degno pasto ed un tenore di vita decoroso.

Inizialmente Remì fatica non poco ad adattarsi e ad imparare "l'arte di esibirsi", sentendo fortemente la nostalgia di casa e la mancanza della donna che fino a poco tempo fa considerava sua madre, ma pian piano che i giorni passano, capisce che Vitali è per lui più un padre che un padrone, un uomo dolce e gentile capace di un grande affetto e allo stesso tempo di grande severità, un maestro di vita, di lettura, e di musica, un uomo fiero e nobile per il quale l'affetto del ragazzo cresce giorno dopo giorno ed altrettanto avviene da parte di Vitali.

Ma il destino riserva al povero Remì una prova molto lunga e difficile, preso in antipatia da un meschino agente di polizia, Vitali viene arrestato per essere intervenuto in difesa di Remì, ingiustamente schiaffeggiato dall'uomo, e condannato a due mesi di prigione e a una multa di 100 franchi! Per Remì si preannuncia quindi un duro momento da superare, la combriccola senza Vitali non riesce infatti a racimolare il denaro sufficiente per sfamare tutti. La fortuna però arride al ragazzo che incontra lungo il proprio cammino una nobildonna inglese che sta navigando lungo il corso dei fiumi francesi a bordo del battello "Il cigno". Il figlio della signora Milligan (questo il suo cognome della nobildonna), Arthur, è infatti costretto da una grave malattia a stare su di una sedia a rotelle ed il Cigno si sposta in continuazione in cerca del clima a lui più favorevole, ben lontano dalla pericolosa umidità di Londra. La signora Milligan si dimostra subito estremamente gentile e affettuosa nei confronti di Remì ed i suoi piccoli amici e, conosciuta la triste storia accaduta a Vitali, decide di ospitarlo sul battello in attesa della scarcerazione dell'uomo. Sia Arthur che la madre si affezionano moltissimo a Remì, al punto che la donna decide di adottare il bambino, ma quando chiede il permesso a Vitali, ormai libero, l'uomo glielo nega preferendo portare via con sè il ragazzo: è infatti convinto che le esperienze che vivrà con lui "sulla strada" contribuiranno a formare e fortificare il suo carattere e renderlo così un uomo degno.

Con l'inverno ormai alle porte, Vitali decide di recarsi il più in fretta possibile a Parigi per trascorrervi la stagione fredda, ma il destino ancora una volta aveva in serbo dure e dolorosissime prove per la compagnia di girovaghi che, a causa di un'improvvisa malattia di Jolicoeur, è costretta ad inoltrarsi in un pericoloso sentiero di montagna per cercare di raggiungere il più velocemente possibile il paese vicino e quindi il relativo veterinario, ma una tanto inattesa quanto improvvisa bufera di neve li costringe ad una sosta forzata in una baita di montagna. Qui però, anche a causa della disattenzione di Remì addormentatosi durante il proprio turno di guardia, accade l'irreparabile: Zerbino e Dolce vengono assaliti dai lupi e sbranati! La situazione già difficile è destinata a peggiore ulteriormente, infatti, un altro duro colpo attende Remì e gli altri. Purtroppo a nulla servono le cure prestate dal veterinario al povero Jolicoeur che muore pochi giorni dopo.

Adesso, con il gruppo più che dimezzato, diventa difficile per Vitali organizzare degli spettacoli capaci di attirare un pubblico sufficiente e l'uomo decide quindi di recarsi immediatamente nella capitale dove lui e Remì dovranno separarsi per un po'. Arrivati a Parigi, i due si recano subito da un certo Garofoli al cui servizio il bambino avrebbe dovuto passare l'inverno, ma non trovando l'uomo in casa, Vitali decide di allontanarsi per sbrigare alcune commissioni. Nell'attesa Remì fa amicizia con Mattia, nipote di Garofoli e apprende che l'uomo maltratta i ragazzi al suo servizio, Mattia compreso al quale ha addirittura provocato un pericoloso trauma cranico. Quando infatti Garofoli rientra e scopre che alcuni dei suoi ragazzi non hanno guadagnato denaro sufficiente, non esita a frustarli davanti agli occhi spaventati di Remì e a quelli inorriditi di Vitali, che era appena ritornato dai suoi giri. L'uomo, vista la situazione, decide di non lasciare un secondo di più Remì in quella casa e se lo porta via, mentre Garofoli gli pronuncia dietro frasi sibilline circa il misterioso passato di Vitali.

Purtroppo Remì non sa che il suo padrone, provato dagli stenti e dal duro e rigido stile di vita, è ormai molto malato e l'ennesima notte costretti all'addiaccio è fatale all'uomo che muore cercando di proteggere "il suo figliolo" dal rigido clima invernale. Remì si risveglia in un letto caldo: trovato quasi congelato, era stato soccorso dal signor Pietro Acquin che l'aveva salvato da morte certa, mentre nulla era stato possibile fare per il povero Vitali. Il ragazzo ha finalmente occasione di conoscere la verità sull'uomo: il suo vero nome era Carlo Balzani, famoso e apprezzato tenore italiano, che quando perse la voce non accettò di finire la propria esistenza esibendosi in teatri di second'ordine, cambiò il proprio nome in Vitali e, dopo aver sperimentato vari mestieri, diventò l'attore girovago che Remì aveva conosciuto e amato.

Acquin decide di accogliere Remì e Capi nella propria famiglia, composta solo da lui e i 4 figli (Alessio, Beniamino, Stefanina e Lisa) dopo la morte della moglie, e di insegnare al bambino il mestiere di giardiniere. Remì inizia così il suo nuovo lavoro, amato dagli Acquin come un figlio ed un fratello, e lega in particolar modo con la piccola Lisa, diventata muta dall'età di tre anni a causa di una grave malattia. La vita sembra finalmente sorridere al bambino e scorrere tranquilla e serena, quando però accade un incidente imprevisto, un'improvvisa quanto violenta grandinata distrugge completamente la serra, rovinando del tutto Acquin che impossibilitato a pagare i propri debiti si vede confiscare la casa e mettere in prigione.
I figli vengono separati e affidati a vari parenti, ma nessuno è disposto a prendere anche Remì che decide quindi di riprendere la propria vita di attore girovago, grazie alla quale potrà raggiungere di volta in volta le città in cui abitano i neo-fratelli e portare a ciascuno notizie dell'altro. Dopo aver salutato in prigione Acquin, Remì si mette in cammino e ben presto reincontra Mattia dal quale apprende che Garofoli è stato arrestato e che si aggrega alla compagnia. Mattia ha infatti un talento naturale per la musica e riesce a suonare magnificamente il violino, e quindi ben presto i tre viaggianti riescono a racimolare, villaggio dopo villaggio, un discreto gruzzolo che Remì decide di mettere da parte per regalare una mucca a mamma Barberin che nel frattempo non aveva mai dimenticato. Dopo essere passati a salutare Alessio nella città in cui adesso viveva, Remì riesce finalmente a comprare la mucca e a portarla a Chavanon (non senza alcune disavventure, i due ragazzi vengono infatti anche arrestati, sospettati di aver rubato la mucca) dove il bambino può riabbracciare la donna che l'ha cresciuto con profondo amore pur non essendone la vera madre.

Remì apprende così che Girolamo è forse riuscito a rintracciare la sua vera famiglia e quindi, salutata mamma Barberin, decide di ripartire nuovamente per raggiungere l'uomo a Parigi, senza però dimenticarsi di fermarsi a salutare Lisa durante il viaggio, con somma gioia della bambina. Giunto però a Parigi, scopre che il destino gli tirato l’ennesimo brutto scherzo, infatti, Gerolamo è morto portandosi nella tomba il segreto della sua nascita. Fortunatamente però, grazie ad una lettera che Barberin aveva scritto alla moglie, Remì riesce a scoprire il nome dell'avvocato inglese incaricato di ritrovarlo e si imbarca quindi alla volta dell'Inghilterra. Giunto finalmente nello studio londinese, viene da questi accompagnato dalla famiglia che tanto disperatamente l'aveva cercato in tutti quegli anni, ma coloro che si ritrova davanti non sono certo i parenti che Remì aveva sempre sognato di ritrovare: i Driscoll abitano infatti in una zona tutt'altro che ricca (come avevano sempre fatto pensare le ricche fasce da neonato in cui il bambino era stato ritrovato), e nonostante a parole si dimostrino felici di aver ritrovato il loro figlio scomparso (rapito da una ex-findanzata gelosa del padre), sembrano tutti estremamente indifferenti nei suoi confronti. Ma mentre Mattia non sembra essere pienamente convinto della storia raccontata dai Driscoll, Remì cerca di essere felice per aver ritrovato la propria famiglia...ma sarà poi la sua vera famiglia?

Remì, che fatica a comunicare in inglese non conoscendo la lingua, scopre ben presto che l'attività di mercanti girovaghi svolta dai Driscoll è tutt'altro che lecita: la merce da loro venduta a prezzi stracciati è infatti tutta roba rubata, e cosa ancora peggiore, hanno iniziato a usare Capi come "palo" nelle loro rapine. Cercando di guadagnare a sufficienza con le proprie esibizioni così da impedire quell'uso di Capi, Remì e Mattia incontrano Bob, un clown amico di Mattia quando quest'ultimo lavorava presso un circo, grazie ai cui consigli i due riescono a migliorare la resa dei propri spettacoli.

Passato l'inverno, i Driscoll partono con i loro carri per vendere in giro per l'Inghilterra la merce accumulata, ma durante la sosta in un villaggio approfittano ancora di Capi per mettere a punto l'ennesima rapina. Il colpo però non va a segno e fuggono lasciando Remì, per farlo incolpare del furto a causa della presenza di Capi sempre al suo fianco, riconosciuto come "il cane dei rapinatori". Il bambino viene quindi arrestato e processato e viene deciso il suo trasferimento nelle carceri della contea... ma Mattia non ha certo abbandonato l'amico e con l'aiuto di Bob riesce a mettere a punto un piano d'evasione che riesce alla perfezione, permettendo loro di imbarcarsi finalmente alla volta della Francia.

Tornati in Francia, i due decidono di rimettersi in cammino seguendo il corso dei fiumi così da avere più probabilità di incontrare il Cigno... soprattutto Mattia sembra ansioso di raggiungere i Milligan, anche se non svela a Remì i motivi che lo spingono con tanta premura a cercarli. Seguendo le tracce del passaggio dell'imbarcazione (che non passa inosservata agli abitanti dei vari villaggi), Remì e Mattia arrivano nel paese in cui abita Lisa, ma giunti alla sua casa, scoprono che lo zio che se ne prendeva cura è morto annegato, la moglie si era trasferita in Egitto, e che la bambina adesso si trova su un battello dove una gentile signora inglese l'ha accolta per fare compagnia al figlio malato. Dunque Lisa si trovava adesso con la signora Milligan!

Continuando il loro viaggio, riescono finalmente a raggiungere il Cigno ma scoprono che i Milligan non vi abitano più sopra e che l'hanno lasciato ormeggiato per trasferirsi momentaneamente in Svizzera, sul lago di Ginevra. Arrivati in città e non avendo la minima idea di dove potesse trovarsi la villa dei Milligan, i due amici decidono di esibirsi davanti a tutte le abitazioni sperando di essere riconosciuti da coloro che tanto affannosamente stavano cercando. Un giorno infatti, cantando davanti ad una villa, Remì sente improvvisamente una voce intonare la seconda strofa della canzone: si tratta di Lisa che per la forte emozione ha riacquistato l'uso della parola.

Riabbracciata anche la signora Milligan e Arthur, è giunto per Remì il momento di conoscere la verità sulle proprie origini: egli non è altri che il figlio scomparso della signora Milligan, rapito alla nascita dal malvagio zio, disposto a tutto pur di essere l'unico erede del patrimonio di famiglia, tanto che aveva organizzato con i Driscoll la messinscena per tenerlo lontano dalla sua vera famiglia. Mattia aveva sempre intuito la verità, ma era stato attento a non far trapelare nulla finchè, daccordo con la signora Milligan, avesse potuto smascherare i loschi piani del perfido e crudele zio.

A questo punto la serie tv si conclude col più classico, commovente e struggente degli happy end, con Remì, dopo tante avventure, traversie e sofferenze patite che riesce, finalmente, ad abbracciare la vera madre, ma in verità il romanzo di Malot prosegue ancora per qualche riga, portandoci avanti nel tempo e mostrandoci un Remì ormai uomo, sposato felicemente con Lisa e con al suo fianco anche mamma Barberin che farà da balia al suo neonato figlio. Arthur è diventato anch'egli un uomo sano e robusto, legato sentimentalmente alla sorella di Mattia, il quale ha finalmente potuto studiare musica seriamente ed è diventato un famoso compositore. E tutta la famiglia e gli amici possono finalmente riunirsi per festeggiare assieme il battesimo del piccolo Milligan che verrà proprio chiamato Mattia.

Il romanzo di “Senza famiglia” non è stato l’unica opera di Malot ad essere trasposta in animazione, infatti, anche il romanzo “In famiglia” (da molti definito il seguito di Remì, pur non avendo in comune nessuno dei personaggi del primo romanzo) ed anche questa trasposizione in animazione è giunta da noi col titolo di “Peline Story”.

Considerando l'anno di realizzazione, l'anime risulta essere sotto tutti i punti di vista di ottimo livello e di ottima fattura. Il character design e la supervisione dei disegni sono ad opera di Aiko Sugino e le magistrali scenografie sono di Shikiro Kobayashi che le ha curate così bene da risultare particolareggiatissime. C’è da segnalare anche un episodio curio, i disegni di questa serie hanno generato l’equivoco che fosse realizzata in 3D, in realtà il gioco visivo è dato da più sovrapposizioni di fondali mobili (realizzati non a caso da Shichiro Kobayashi), che danno una reale sensazione di profondità. La colonna sonora è curata da Takeo Watanabe e le riprese sono di Hirokata Takahashi.

Oltre al già citato film del 1970 (anch’esso giunto in Italia), nel 1980 fu realizzato un secondo lungometraggio, questa volta realizzato rimontando e sintetizzando (forse un po’ troppo) gli episodi e gli avvenimenti della serie tv risultando, pur tuttavia, estremamente fedele e gradevole nella visione, con l’immancabile finale toccante.

Remì inoltre, fu uno dei primi anime ad essere trasmesso in Italia, dalla Rai prima e dalle emittenze locali dopo, a seguito del grande successo riscontrato con la messa in onda di Heidi e Goldrake, che di fatto hanno aperto la strada degli anime in Italia.

L’edizione italiana di Remì è stata (come per altre serie) abbastanza travagliata, la serie è stata trasmessa una prima volta dalla Rai e successivamente da piccole emittenti locali per poi sparire nell’oblio fino a qualche anno fa, quando Mediaste l’ha riesumata ridoppiandola interamente e riproponendola con più passaggi televisivi.

La serie è uscita anche in edicola in vhs ed in formato digitale in un’ottima edizione di tutto rispetto, sempre da edicola e proposta dalla De Agostani, casa editrice che in questi ultimi anni si è rivelata estremamente attenta ai gusti degli appassionati e che ripetutamente ha proposto delle interessanti collane arrivate con delle edizioni nettamente al di sopra delle uscite tipiche da edicola. L’edizione in questione risulta essere abbastanza curata e ripropone la serie nella sua integralità, con una notevole qualità della traccia video ed un’ottima traccia audio che, totalmente priva di imperfezioni, permette di gustare totalmente sia la bellezza della serie che la bravura degli impeccabili doppiatori italiani.

Ogni DVD è corredato da una speciale scheda che permette di approfondire la conoscenza dei vari personaggi della serie e svela anche alcuni piccoli retroscena e tutto questo senza intaccare minimamente il gusto della visione dell’opera. La collana conta ben 25 DVD. In conclusione se già conoscete ed amata questa serie compratela, se ancora non la conoscete compratela, in entrambi i casi rimarrete estremamente soddisfatti dell’acquisto fatto e dal pregevole titolo inserito nella vostra videoteca personale e se mi permettete un’ulteriore piccolo suggerimento, comprate anche il romanzo e leggetelo, saprà regalarvi ore indimenticabili esattamente come la serie tv.