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venerdì, luglio 20, 2007

[News] Le tute spaziali di Gundam presto saranno realtà

Avete presenti le normal suit le tute spaziali che vengono indossate dai protagonisti della serie di Gundam? Ebbene secondo un articolo apparso sul sito di Repubblica (di cui vi diamo copia integrale) pare proprio che al MIT, i ricercatori abbiano realizzato una tutta spaziale possibile candidata a diventare una delle tute spaziali del futuro che sembra essere la sua copia perfetta. Se guardate con attenzione la foto e la confrontate, noterete una somiglianza impressionante.Praticamente mancherebbe solo un jet pack e alla normal suit ci siamo......che le normal suit siano state prese a modello per la realizzazione di queste nuove tute?

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ROMA - Quando Neil Armstrong, il 21 luglio 1969, poggiò i piedi sulla Luna diventando il primo uomo a passeggiare sulla sua superficie, dovette accontentarsi della scarsa mobilità consentita dal suo ingombrante abbigliamento. Da allora le tute spaziali si sono certamente evolute anche se il pratico e decisamente più elegante vestiario di telefilm come Star Trek è rimasto un sogno. La soluzione potrebbe essere stata trovata all'Mit (Massachusetts institute of Technology) di Boston, dove si sta studiando una tuta aderente, flessibile e leggera. Si chiama BioSuit e potrebbe rivoluzionare l'esplorazione dello spazio. Per proteggere gli astronauti dal vuoto esterno, le tute spaziali tradizionali utilizzano un sistema a gas pressurizzato che aumenta considerevolmente la loro massa e complica i movimenti. Il loro peso, inoltre, è andato progressivamente crescendo: oggi supera i 100 kg, un dettaglio quando si opera a gravità zero ma un grosso limite se dovessero essere impiegate sulla Luna o su Marte, dove è presente una certa forza gravitazionale. Per risolvere questi problemi, gli studiosi dell'Mit hanno scelto un approccio rivoluzionario. La tuta alla quale stanno lavorando è basata su una contropressione meccanica. Posizionando dei sottili strati di materiali speciali lungo le "linee di non estensione" - le linee della pelle che non si flettono nonostante i movimenti delle articolazioni - si ottiene una struttura protettiva rigida, leggera e aderente ma che non compromette l'agilità di chi la indossa.
Completata da un casco, la BioSuit sarebbe una sorta di seconda pelle. Gli astronauti potrebbero indossarla anche dentro le navicelle spaziali e non avrebbero bisogno dei cambi di tuta oggi necessari quando devono uscire all'esterno. Inserendovi un sistema per irrigidirla a piacimento, inoltre, potrebbe essere utile anche per far fare attività fisica a chi la indossa, un particolare non irrilevante, dato che chi partecipa a missioni nello spazio può perdere fino al 40% della forza muscolare. Attualmente gli studiosi dell'Mit, che hanno avviato il progetto sette anni fa, si stanno concentrando soprattutto su gambe e braccia, che costituiscono una vera e propria sfida per chi si occupa del design. Per proteggere il corpo nello spazio, la tuta dovrà esercitare sulla pelle una pressione pari a circa un terzo di quella dell'atmosfera terrestre, e cioè intorno a 30 kilopascal. I prototipi già realizzati arrivano a 20 kilopascal e si stima che la BioSuit potrebbe essere pronta tra dieci anni. In tempo cioè per accompagnare l'uomo nelle future esplorazioni sulla Luna e su Marte.