
Si sa, nel virtuale tutto è possibile e c'é spazio per ogni cosa.
Il mio lavoro per tutti questi anni è stato far divertire la gente con i videogames ma questa idea di Virtual Tokyo potrebbe costituire il passo e la strada successivi.
Così spiega Mizugichi alla rivista specializzata Weekly Famitsu; il progetto gli è stato affidato - manco a dirlo - dall'agenzia pubblicitaria Dentsu che conferma l'interesse del marketing per il mondo virtuale di Second Life. Più che una seconda vita per realizzare tutti i sogni proibiti dell'esistenza quotodiana il mondo della Linden si è dimostrato un universo parallelo per pubblicità e investimenti commerciali.
Quello che ci interessa di questa iniziativa è la possibilità che apre per la cultura contemporanea: Mizoguchi ha dichiarato che spera di fare della Tokyo virtuale un museo della Pop Culture giapponese. [...] La Tokyo che vogliamo creare si basa sull'immagine della città. Come percepisce la città chi vive a Tokyo? E gli stranieri? [...] I miei amici all'estero mi dicono che spesso il potenziale artistico di una città abbonda ma non viene preservato.
Un museo dell'immediatezza insomma: un luogo dove trasferire non solo la cultura nipponica ma il modo in cui vienen vissuta dall'interno e dall'ester(n)o. Abbiamo già visto come Second Life sia stato capace di mettere in risalto la cultura: abbiamo parlata di Second Louvre, alter ego digitale del museo parigino, e più recentemente delle iniziative dell'Istituto Italiano di Cultura online. Iniziative a cavallo tra marketing e cultura, ma se l'investimento pubblicitario serve a trovare spazio virtuale per l'arte forse non tutto il marketing viene per nuocere.
[Fonte cultura.blogosfere.it]